Roma 9 APRILE 2016
DR.BRUNI  FRANCESCO
Psicologo, Psicoterapeuta, Didatta del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, Direttore Istituto EMMECI di Torino, Docente di Psicologia Clinica, Università del Piemonte Orientale.
 Gli oggetti fluttuanti e il Gioco dei Destini Incrociati nella pratica clinica e nella formazione sistemico-relazionale”

La ricerca sugli aspetti comuni nei diversi approcci che fanno riferimento al paradigma sistemico-relazionale ci porta a considerare la persona del terapeuta, i sistemi relazionali, le problematiche che rientrano nella richiesta di aiuto e gli oggetti utilizzati, come apparati fondamentali del colloquio in psicoterapia. Questi fattori contribuiscono a determinare l’assetto dell’attività psicoterapeutica e indirizzano la ricerca verso la scoperta di nuovi strumenti e procedure che tengano conto dei continui intrecci emotivi e cognitivi, dei complessi processi di decostruzione e ricostruzione di senso che l’esperienza clinica comporta, sia per chi chiede aiuto, sia per chi lo offre.

Su tali presupposti poggia il “Gioco dei Destini Incrociati”. Nel corso del seminario ne vengono illustrate le caratteristiche principali e l’applicazione clinica. Il gioco prende spunto da uno scritto di Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati (1973), il cui racconto inizia con un viandante che giunge in un castello. Gli ospiti scoprono presto di non essere più in grado di parlare, per magia o per incantesimo; così, per comunicare, usano i tarocchi, creando storie che s’incrociano e si combinano in un gioco che coinvolge tutti. Nasce da ciò l’idea di uno spazio d’incontro fra il terapeuta e la famiglia per comunicare attraverso il linguaggio analogico e raccontare le vicende legate ai destini che si intrecciano nell’esperienza terapeutica.

Il “gioco dei destini incrociati” è un oggetto fluttuante composto di 22 carte che rappresentano alcune fasi del ciclo di vita familiare e i miti che più frequentemente emergono nel corso delle terapie. Quando le coppie e le famiglie si trovano a raccontare la loro storia con l’ausilio delle carte, il racconto segue una lettura circolare, con continui intrecci emotivi e cognitivi che portano a nuove  rielaborazioni. Questo tipo di esercizio può essere proposto nella supervisione e nella formazione come nel corso del lavoro clinico con famiglie, coppie o individui.

Nelle terapie, si può utilizzare il Gioco dei Destini Incrociati in diverse fasi del percorso, così da far emergere la natura della relazione e facilitarne il racconto, ma anche in un momento conclusivo, al fine di rielaborare l’esperienza terapeutica.  Nell’attività formativa e nella supervisione, con il Gioco dei Destini Incrociati si crea uno spazio, dove gli allievi e i terapeuti possano rielaborare l’esperienza clinica, ritrovando aspetti di sé che si presentano nel rapporto con chi chiede aiuto.